venerdì 21 maggio 2010

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giovedì 20 maggio 2010

Rockefeller si fa l’Arca di Noè. Cosa ci nasconde?


Tratto da un precedente articolo pubblicato sul sempre interessantissimo EFFEDIEFFE.COM di M. Blondet

Nella gelida isola di Spitsbergen, desolato arcipelago delle Svalbard (mare di Barents, un migliaio di chilometri dal Polo) è in via di febbrile completamento la superbanca delle sementi, destinata a contenere i semi di tre milioni di varietà di piante di tutto il mondo. Una «banca» scavata nel granito, chiusa da due portelloni a prova di bomba con sensori rivelatori di movimento, speciali bocche di aereazione, muraglie di cemento armato spesse un metro. La fortificazione sorge presso il minuscolo agglomerato di Longyearbyen, dove ogni estraneo che arrivi è subito notato; del resto, l’isola è quasi deserta. Essa servirà, fa sapere il governo norvegese titolare dell’arcipelago, a «conservare per il futuro la biodiversità agricola». Per la pubblicità, è «l’arca dell’Apocalisse» prossima ventura. Il fatto è che il finanziatore principale di questa arca delle sementi è la Fondazione Rockefeller, insieme a Monsanto e Syngenta (i due colossi del geneticamente modificato), la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la multinazionale chimica DuPont; gruppo interessante a cui s’ recentemente unito Bill Gates, l’omo più ricco della storia universale, attraverso la sua fondazione caritativa Biul & Melinda Gates Foundation. uesta dà al progetto 30 milioni di dollari l’anno. Ce ne informa l’ottimo William Engdahl (1) che ragiona: quella gente non butta soldi in pure utopie umanitarie. Che futuro si aspettano per creare una banca di sementi del genere? Di banche di sementi ne esistono almeno un migliaio in giro per le università del mondo: che futuro avranno? La Rockefeller Foundation, ci ricorda Engdahl, è la stessa che negli anni ‘70 finanziò con 100 milioni di dollari di allora la prima idea di «rivoluzione agricola genetica». Fu un grande lavoro che cominciò con la creazione dell’Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller Foundation), e poi dell’International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford). Nel 1991 questo centro di studi sul riso si coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat Improvement Center, poi con un centro analogo per l’agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, dollari Rockefeller). Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on International Agricolture Research. In varie riunioni internazionali di esperti e politici tenuti nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di attrarre nel suo gioco la FAO (l’ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program. La CGIAR invitò, ospitò e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del Terzo Mondo, sulle meraviglie del moderno agribusiness e sulla nascente industria dei semi geneticamente modificati. Questi portarono il verbo nei loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per la penetrazione dell'agribusiness Monsanto. «Con un oculato effetto-leva dei fondi inizialmente investiti», scrive Engdahl, «negli anni ‘70 la Rockefeller Foundation si mise nella posizione di plasmare la politica agricola mondiale. E l’ha plasmata». Tutto nel nome della scientificità umanitaria («la fame nel mondo») e di una nuova agricoltura adatta al mercato libero globale. La genetica è una vecchia fissa dei Rockefeller: fino dagli anni ‘30, quando si chiamava «eugenetica», ed era studiata molto nei laboratori tedeschi come ricerca sulla purezza razziale. La Rockefeller Foundation finanziò generosamente quegli scienziati, molti dei quali dopo la caduta di Hitler furono portati in USA dove continuarono a studiare e sperimentare. La mappatura del gene, la sequenza del genoma umano, l’ingegneria genetica da cui Pannella e i suoi coristi si aspettano mirabolanti cure per i mali dell’uomo - insieme agli OGM brevettati da Monsanto, Syngenta ed altri giganti - sono i risultati di quelle ricerche ed esperimenti. Nel 1946, del resto, Nelson Rockefeller lanciò la parola d’ordine propagandistica «Rivoluzione Verde» dal Messico, un viaggio nel quale lo accompagnava Henry Wallace, che era stato ministro dell’Agricoltura sotto Roosevelt, e si preparava a fondare la già citata Pioneer Hi-Bred Seed Company. Norman Borlaug, l’agro-scienziato acclamato padre della Rivoluzione Verde con un Nobel per la pace, lavorava per i Rockefeller. Lo scopo proclamato: vincere la fame del mondo, in India, in Messico. Ma davvero Rockefeller spende soldi per l’umanità sofferente? La chiave è nella frase che Henry Kissinger pronunciò negli anni ‘70, mentre nasceva la CGIAR: «Chi controlla il petrolio controlla il Paese; chi controlla il cibo, controlla la popolazione». Il petrolio, i Rockefeller lo controllavano già con la Standard Oil, guida del cartello petrolifero mondiale. Oggi sappiamo che Rivoluzione Verde era il sinonimo pubblicitario per OGM, e il suo vero esito è stato quello di sottrarre la produzione agricola familiare ed assoggettare i contadini, specie del Terzo Mondo, agli interessi di tre o quattro colossi dell’agribusiness euro-americano. In pratica, ciò avvenne attraverso la raccomandazione e diffusione di nuovi «ibridi-miracolo» che davano raccolti «favolosi», preparati nei laboratori dei giganti multinazionali. I semi ibridi hanno un carattere commercialmente interessante per il business: non si riproducono o si riproducono poco, obbligando i contadini a comprare ogni anno nuove sementi, anziché usare (come fatto da millenni) parte del loro raccolto per la nuova semina. Quei semi erano stati brevettati, e costavano parecchio. Sono praticamente un monopolio della Dekalb (Monsanto) e della Pioneer Hi-Bred (DuPont), le stesse aziende all’avanguardia negli OGM. La relativa autosufficienza e sostenibilità auto-alimentantesi dell’agricoltura tradizionale era finita. Ai semi ibridi seguirono le «necessarie» tecnologie agricole americane ad alto impiego di capitale, gli indispensabili fertilizzanti chimici Monsanto e DuPont e con l’arrivo degli OGM, gli assolutamente necessari anti-parassitari e diserbanti studiati apposti per quello specifico seme OGM. Tutto brevettato, tutto costoso. I contadini che per secoli avevano coltivato per l’autoconsumo e il mercato locale, poco importando e poco esportando, non avevano tanto denaro. Ecco pronta la soluzione: lanciarsi nell’agricoltura «orientata ai mercati globali», produrre derrate non da consumo ma da vendita, cash-crop, raccolti per fare cassa. Addio autosufficienza ed autoconsumo, addio chiusura alle importazioni superflue. I contadini potevano vendere all’estero sì: sotto controllo di sei intermediari globali, colossi e titani come la Cargill, la Bunge Y Born, la Louis Dreyfus… La Banca Mondiale di McNamara, soccorrevole, forniva ai regimi sottosviluppati prestiti per creare canali d’irrigazione moderni e dighe; la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller si offriva - visto che i contadini non producevano mai abbastanza da ripagare i debiti contratti per comprare pesticidi, OGM e sementi ibride brevettati - di indebitare i contadini in regime privatistico. Ma questo ai grandi imprenditori agricoli con latifondi. I piccoli contadini, per le sementi-miracolo e i diserbanti e i fertilizzanti scientifici, si dovettero indebitare «sul mercato», ossia con gli usurai. I tassi d’interesse sequestrarono il raccolto-miracolo; a molti, divorarono anche la terra. I contadini, accade in India specialmente, dovettero lavorare una terra non più loro, per pagare i debiti. La stessa rivoluzione sta prendendo piede in Africa. Chilometri di monoculture di cotone geneticamente modificato, sementi sterili da comprare ogni anno. E il meglio deve ancora arrivare. Dal 2007 la Monsanto, insieme al governo USA, ha brevettato su scala mondiale di sementi «Terminator», ossia che commettono suicidio dopo il raccolto: una scoperta che chiamano, senza scrupoli, «Genetic Use Restriction Technology», ossia volta a ridurre l’uso di sementi non brevettate. La estensione di sementi geneticamente modificate - ossia di cloni con identico corredo genetico - è ovviamente un pericolo incombente per le bocche umane: una malattia distrugge tutti i cloni, ed è la carestia. Occorre la biodeversità, di cui si sciacquano le labbra ecologisti e verdi radicali. E qui si comincia ad intuire perché si sta costruendo l’Arca di Noè delle sementi alle Svalbard: quando arriva la catastrofe, le sementi naturali dovranno essere controllate dal gruppo dell’agribusiness, e da nessun altro. Le banche di sementi, secondo la FAO, sono 1.400, già per la maggior parte negli Stati Uniti. Le più grandi sono usate e possedute da Monsanto, Syngenta, Dow Chemical, DuPont, che ne ricavano i corredi genetici da modificare. Perché hanno bisogno di un’altra arca di Noè agricola alle Svalbard, con tanto di porte corazzate e allarmi anti-intrusione, scavata nella roccia. Le altre banche sono in Cina, Giappone, Corea del sud, Germania, Canada, evidentemente non tutte sotto il controllo diretto dei grandi gruppi. La tecnologia «Terminator» può suggerire uno scenario complottista fantastico: una malattia prima sconosciuta che infetta le sementi naturali conservate nelle banche fuori-controllo USA, obbligando a ricorrere al caveau delle Svalbard, l’unico indenne. E’ un pensiero che ci affrettiamo a scacciare: chi può osar diffamare benefattori dell’umanità affamata come Rockefeller, Monsanto, Bil Gates, Syngenta? Ma Engdahl ricorda le parole del professor Francis Boyle, lo scienziato che stilò la prima bozza delle legge americana contro il terrorismo biologico (Biological Weapons anti-Terrorism Act), approvata dal Congresso nel 1989. Francis Boyle sostiene che «il Pentagono sta attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica», e che Bush ha a questo scopo emanato due direttive nel 2002, adottate «senza conoscenza del pubblico». Per Boyle, nel biennio 2002-2004, il governo USA ha già speso 14,5 miliardi di dollari per le ricerche sulla guerra biologica. Il National Institute of Health (ente governativo) ha connesso 497 borse di studio per ricerche su germi infettivi con possibilità militari. La bio-ingegneria è ovviamente lo strumento principale in queste ricerche. Jonathan King, professore al MIT, ha accusato: «I programmi bio-terroristici crescenti rappresentano un pericolo per la nostra stessa popolazione; questi programmi sono invariabilmente definiti ‘difensivi’, ma nel campo dell’armamento biologico, difensivo e offensivo si identificano». Altre possibilità sono nell’aria, e Engdahl ne ricorda alcune. Nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte, ha annunciato di aver approntato un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili. Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator; ed a quel tempo, la ditta aveva in corso una joint-venture con DuPont e Syngenta. Ancor prima, anni ‘90, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, ossia l’ONU) lanciò una vasta campagna per vaccinare contro il tetano le donne delle Filippine, Messico e Nicaragua, fra i 15 e i 45 anni. Perché solo le donne? Forse che gli uomini, nei Paesi poveri, sono esenti da tetano, e non si feriscono mai con ferri sporchi e arruginiti? Se lo domandò il Comite pro Vida, l’organizzazione cattolica messicana ben conscia delle campagne anti-natalità condotte in Sudamerica dai Rockefeller. Fece esaminare il vaccino fornito dall’OMS gratuitamente e generosamente alle donne di età fertile: e scoprì che esso conteneva gonadotropina corionica umana, un ormone naturale che, attivato dal germe attenuato del tetano contenuto nel vaccino, stimolava speciali anticorpi che rendevano incapaci le donne di portare a termine la gravidanza. Di fatto, un abortivo. Risultò che questo vaccino-miracolo era il risultato di 20 anni di ricerche finanziate dalla Rockefeller Foundation, dal Population Council (dei Rockefeller), dalla CGIAR (Rockefeller), dal National Institute of Health (governo USA)… e anche la Norvegia aveva contribuito con 41 milioni di dollari al vaccino antitetanico-abortivo. Guarda caso, lo stesso Stato che oggi partecipa all'Arca di Noè e che la sorveglierà nelle sue Svalbard. Ciò fa tornare in mente ad Engdahl (non a noi) quella vecchia fissa dei Rockefeller per l’eugenetica del Reich: la linea di ricerca preferita era ciò che si chiamava «eugenetica negativa», e perseguiva l’estinzione sistematica delle razze indesiderate e dei loro corredi genetici. Margaret Sanger, la femminista che fondò (coi soldi dei Rockefeller) il Planned Parenthood International, la ONG più impegnata nel diffondere gli anticoncezionali nel Terzo Mondo, aveva le idee chiare in proposito, quando lanciò un programma sociale nel 1939, chiamato «The Negro Project» (2). Come scrisse in una lettera ad un amico fidato, il succo del progetto era questo: «Vogliamo eliminare la popolazione negra». Ah pardon, scusate: non si dice «negro», si dice «nero», «afro-americano». E’ questo che conta davvero, per i progressisti.


Continua a sfuggire a tutti, che la prima e diretta conseguenza dell'uso delle sementi OGM, per le loro caratteristiche di ultra-produttività, e per la necessaria applicazione a monocoltura sul terreno, UCCIDE quest'ultimo, rendendolo sterile nell'arco di poche annate. Costringendo i contadini, i latifondisti, chiunque, a spostare i campi altrove, per distruggere ulteriore terreno.

Questo SENZA delirii complottistici che includano informazioni da controinformazione.
Qualunque persona con competenze agricole ha ben chiaro il discorso.

Perchè nessuno ce lo ha detto? ..............giá , perché??.......................Mah!....cari amici lupeschi, con questo post si vanno anche a concludere le pubblicazioni su questo modestissimo e casereccio Blog gestito dal Vs. come sempre selvatico e molto incolto Lupogrigio. La gestione praticamente quotidiana dello stesso comporta grossi spazi di tempo organizzativo e il che, avendo perlopiú ormai segnalato, sottolineato e suggerito, moltissimo di quanto ritenessi opportuno portare alla attenzione di chi avesse la curiositá, la pazienza e la necessitá di approfondire le tematiche che in chiave vessatoria quotidianamente ci coinvolgono, aggiunto alla "sensazione" che non sia poi servito a molto, ( in fondo una partita di calcio, o meglio ancora un "reality", sono un ottimo sedativo!)....questo, dicevo, mi porta a decidere di dedicare l'impiego di questo tempo in altra, forse piú egoistica direzione, in parte anche volta al difficile tentativo di accrescere la mia personale comprensione sul ......"Perché? ".................sempre Vs. Lupogrigio


"Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa." (A. Einstein)


mercoledì 19 maggio 2010

NOTIZIE CENSURATE: FACEBOOK E' LA CIA?


di Ernesto Carmona
da www.vocidallastrada.com

I media celebrano Mark Zuckerberg come il giovane prodigio che a soli 23 anni è diventato miliardario grazie al successo di Facebook, ma non prestano attenzione agli "investimenti di capitale a rischio" per più di 40 milioni di dollari effettuati dalla CIA per sviluppare la rete sociale.

Nel 2008, quando la frenesia speculativa di Wall Street ha portato gli incauti a ritenere che il valore di Facebook fosse pari a 15 miliardi di dollari, Zuckerberg si trasformò nel più giovane miliardario "che si è fatto da solo" nella storia della classifica della rivista Forbes, con 1.500 milioni di dollari. Fino a quel momento, il capitale a rischio investito dalla CIA sembrava aver ottenuto un buon rendimento, ma il "valore" di Facebook nel 2009 si è attestato al suo livello reale facendo scomparire Zuckerberg dalla lista di Forbes.

La bolla Facebook è stata gonfiata quando William Gates, proprietario di Microsoft, nell'ottobre 2007 ha acquisito una partecipazione del 1,6% per la cifra di 240 milioni di dollari. Ciò ha portato ritenere che se l'1% di Facebook costava 150 milioni di dollari, allora il valore del 100% sarebbe stato pari a 15 miliardi di dollari, ma l’inganno finì per sgonfiarsi.
La questione fondamentale è che Facebook esiste grazie ad un investimento di capitali a rischio da parte della CIA.

Nel 2009, i media non hanno lesinato nella "propaganda informativa" la celebrazione del culto di Zuckerberg come paradigma del giovane imprenditore vincente, ma la reiterata diffusione di questa "notizia" non ha sortito l'effetto di far sì che la rivista "Forbes" lo mantenesse nella versione 2009 della sua classifica (1). Il giovane prodigio era scomparso dalla lista, nonostante l'intensa campagna della CNN e dei principali media mondiali che riflettono gli interessi di Wall Street. "Forbes" è come l'Oscar delle grandi imprese e gonfia o sgonfia il valore delle azioni.

Secondo un'inchiesta del giornalista britannico Tom Hodgkinson pubblicata nel 2008 dal The Guardian (2) e commentata da alcuni media indipendenti di lingua inglese, ma senza alcuna ripercussione sulla grande stampa,
la CIA ha investito su Facebook molto prima che diventasse uno dei più popolari social network di Internet.
La propaganda aziendale ha fatto sì che il portale diventasse un sinonimo di successo sociale, popolarità e di buoni affari. Facebook è presentato come un innocuo sito web di reti sociali che facilita i rapporti interpersonali.

La sua popolarità fa leva sul fatto che i suoi circa 70 milioni di utenti aumenteranno a 200 milioni in tutto il mondo in un paio di anni, basandosi sulla migliore performance settimanale in cui ha acquisito fino a due milioni di nuovi utenti. Tuttavia, Facebook non convince tutti.

Critici e detrattori

"Chi non è su Facebook non sta da nessuna parte o è antisistema", dicono alcuni.
È come avere una nuova immagine ma senza contenuto, per darsi importanza nel megacentro commerciale in cui si è trasformato Internet, in sostituzione delle vecchie piazze, dicono altri. La maggior parte dice che è uno strumento pragmatico per rincontrare i vecchi compagni d'infanzia e della giovinezza persi nei passaggi della vita. I suoi fautori di sinistra lo ritengono utile per promuovere la lotta contro la globalizzazione ed il coordinamento delle attività, come per le campagne contro le riunioni del G8.

Il giornalista spagnolo Pascual Serrano ha descritto come è stato utilizzato dal governo della Colombia per coordinare la giornata internazionale contro le FARC che nel 2008 ha segnato l'inizio dell’offensiva propagandistica contro la guerriglia e che continua tuttora.
Ed è palese che Facebook sia stato strumentalizzato dalla CIA. Per Walter Goobar, di MiradasAlSur.com, "è in realtà un esperimento di manipolazione globale: [...] è un sofisticato strumento di finanziamento da parte della Central Intelligence Agency, CIA, utilizzato non solo per il reclutamento di agenti e la raccolta di informazioni su tutto il pianeta, ma anche per le operazioni sotto copertura".

A grandi linee Facebook è uno strumento di comunicazione che permette di contattare e archiviare indirizzi e altre informazioni di amici e familiari. Si tratta di una miniera di informazioni sulle amicizie dei suoi utenti, per enti come il Dipartimento per la Sicurezza degli Stati Uniti, e in generale per gli organismi dell'intelligence, dall'era Bush impegnati con pari entusiasmo nei confronti del "nemico" esterno ed interno.

Milioni di utenti offrono informazioni sulla loro identità, fotografie e liste dei loro articoli di consumo preferiti. Un messaggio da un amico li invita a registrarsi e a partecipare a Facebook. I dati personali, che di solito sono catturati da tutti i tipi di truffatori e clonatori di carte di credito, finiscono anche nel disco rigido dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Il sistema Beacon di Facebook compie un monitoraggio degli utenti e degli associati, compresi quelli che non sono mai stati registrati o che si disabilitano. Facebook è più pratico e veloce di InfraGard (2), ovvero le 23.000 microcomunità o "cellule" di piccoli commercianti-informatori, predisposto dal FBI per conoscere il profilo psico-politico della loro clientela.

Dal dicembre 2006,
la CIA utilizza Facebook per reclutare nuovi agenti. Gli altri organismi pubblici per il reclutamento e l'assunzione sono tenuti a sottostare ai regolamenti federali, ma la CIA ha acquisito una libertà senza freni sotto l'amministrazione Bush, anche di torturare senza salvare le apparenze. "Non è necessario alcun permesso per inserirci nella rete sociale", ha detto la CIA.

Capitale a rischio CIA

Un allarme fondato sulla proprietà CIA di Facebook è stato lanciato dal giornalista britannico Tom Hodgkinson, e documentato in questo articolo “With friends like these ...” (Con amici come questi ...) pubblicato sul The Guardian del 14 gennaio 2008 (3). Egli dichiara che, dopo l'11 settembre 2001, è raddoppiato l'entusiasmo per l'alta tecnologia che aveva già catturato la comunità dell’intelligence statunitense quando due anni prima aveva creato il fondo di capitali "In-Q-Tel", per le opportunità di investimenti a rischio nelle alte tecnologie.

Per il giornalista Hodgkinson, i legami di Facebook con la CIA passano attraverso Jim Breyer, uno dei tre principali partner che ha investito nella rete sociale 12,7 milioni di dollari nell’aprile 2005, socio nel fondo di capitali Accel Partners, membro direttivo di giganti come Wal-Mart e Marvel Entertainment ed ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA), che si caratterizza nell’investimento sui giovani talenti.

"L'ultimo round di finanziamento per Facebook è stato condotto da una società finanziaria denominata Greylock Venture Capital, che ha immesso 27,5 milioni di dollari", ha scritto Hodgkinson. "Uno dei principali partner della Greylock si chiama Howard Cox, altro ex presidente della NVCA ed anche lui nel consiglio di amministrazione di In-Q-Tel".

"Che cosa è In-Q-Tel?" si chiede Hodgkinson, "Bene, che ci crediate o meno (e verificatelo sul loro sito web) è un fondo di capitali a rischio della CIA". Creato nel 1999, la sua missione è di "identificare e associarsi alle aziende che stanno sviluppando nuove tecnologie per contribuire a fornire soluzioni alla Central Intelligence Agency".

Il sito web di In-Q-Tel (4) raccomandato da Hodgkinson è molto esplicito: "Nel 1998, il direttore della Central Intelligence (DCI) ha individuato la tecnologia come una delle massime priorità strategiche, direttamente collegata al futuro progresso tecnico dell’agenzia, per migliorare le missioni di raccolta e analisi. La direzione del Dipartimento di Scienza e Tecnologia ha ideato un radicale progetto per la creazione di una nuova società che consentirebbe all’agenzia di migliorare l'accesso all'innovazione nel settore privato". Cristallino come l’acqua, ha dichiarato Hodgkinson.

Note e fonti:
1) 2009 Forbes relazione:
http://www.forbes.com/lists/2009/10/billionaires-2009-richest-people_The-WorldsBillionaires_CountryOfCitizen_18.html.
2)
http://www.infragard.net
3)
http://www.guardian.co.uk/technology/2008/jan/14/facebook
4)
http://www.iqt.org/about-iqt/history.html

Fonte:
http://www.argenpress.info/2009/05/noticias-censuradas-xxiii-facebook-es.html

Giallo sulla morte di Lech Kaczynki:«Due estranei nella cabina di pilotaggio»

TRATTO DAL cORRIERE DELLA SERA DI OGGI

IL TUPOLEV 154 CADUTO IL 10 APRILE SCORSO A KATYN, IN RUSSIA

Lo riferiscono le agenzie, citando la presidente del comitato interstatale per l'aviazione Tatiana Anodina

VARSAVIA - C'erano due persone estranee all' equipaggio nella cabina del Tupolev 154 caduto il 10 aprile scorso a Katyn, in Russia, causando la morte del presidente polacco Lech Kaczynski e di altri 95 passeggeri che dovevano rendere omaggio alle vittime polacche dell'eccidio staliniano del 1940. Lo riferiscono le agenzie, citando la presidente del comitato interstatale per l'aviazione Tatiana Anodina (fonte Ansa)

MMMM.....GIÁ!.....bah!...come giá questo incolto lupo selvatico aveva anticipato, in merito all' "incidente".....la puzza di "bruciato" era fortissima! ..............

martedì 18 maggio 2010

ANNOZERO. ATTACCO AI SERVIZI SEGRETI

DI PAOLO FRANCESCHETTI
paolofranceschetti.blogspot.com

Con una breve lettera aperta all'onorevole Veltroni

Nella puntata di Annozero vengono dette molte delle cose che diciamo in questo blog. Veltroni, in pratica, conferma ciò che diciamo da tempo. Questi i passi salienti del discorso ad Annozero:

1) Esiste un'entità, che ha guidato i principali eventi stragisti italiani, dal delitto Moro ad Ustica.

2) Prendendo ad esempio la sola vicenda di Ustica, colpisce la infinita catena di morti che ha fatto strage di testimoni: suicidi, incidenti, omicidi, ecc..., Veltroni ha anche citato Ramstein (la tragedia aerea in cui si schiantarono due aerei delle Frecce tricolori, i cui piloti guarda caso erano testimoni al processo di Ustica); questa dichiarazione su Ramstein mi ha particolarmente colpito perché anche il giudice Rosario Priore aveva archiviato la questione di Ramstein come un incidente. Quindi Veltroni si è posto in netto contrasto con le fonti ufficiali.

In altre parole il nostro onorevole, in contrasto con la versione ufficiale secondo cui Ramstein sarebbe stato un incidente, ci vede un delitto.

Ora alcune considerazioni sono d'obbligo, perché le parole di Veltroni sono di una gravità senza precedenti.

Punto primo Veltroni afferma che esiste un'entità unica, dietro ai delitti da Moro, ad Ustica, a Capaci.

Questa affermazione è assolutamente identica alle tesi complottiste sostenute da noi nel blog; e sostenute da personaggi e autori che non trovano spazio, in genere, nei media ufficiali, ma che molti ben conoscono; Pamio, Cosco, Carlizzi, Randazzo, Lissoni...

E' inoltre assolutamente identica alle dichiarazioni del pentito Calcara, nel famoso memoriale Calcara pubblicato da Salvatore Borsellino nel suo sito 19luglio1992. Secondo questo pentito, c'è un'unica forza che manovra Chiesa, Servizi segreti, Mafia, 'ndrangheta e istituzioni.

Insomma: Veltroni conferma le dichiarazioni del pentito Calcara. Ed entrambi confermano ciò che i complottisti dicono da una vita.

Punto dueLa vicenda di Veltroni non è grave perché conferma in realtà una cosa nota a tutti i "complottisti"; è invece grave, anzi gravissima, per un altro fatto che nessuno ha considerato.

La dichiarazione viene infatti da un uomo che è stato - ed è - ai più alti vertici istituzionali dello Stato; ed è tuttora uno dei politici di maggior rilievo. Attenzione allora! Se un politico di questo calibro ammette che queste stragi sono state guidate da un'entità, diversa dallo Stato ovviamente, e anzi, ad esso contrapposta, sta dicendo un'altra cosa. Sta dicendo: signori, lo Stato non conta nulla, perché esiste un potere più forte, in grado di condizionare lo Stato. Noi politici non contiamo nulla, e siamo impotenti di fronte a questa entità. Anzi, siamo ad essa assoggettati.

E' quindi una dichiarazione di assoluta ed inaudita gravità.

Una dichiarazione che nessun anticomplottista prenderà mai in considerazione.

Una dichiarazione che i politici si guarderanno bene dal criticare, confermare e/o smentire, e sulle quali calerà il silenzio.

Punto terzo Le dichiarazioni di Veltroni sono gravissime per un altro ordine di motivi. Infatti ci sarebbe da domandare all'onorevole in quale momento della sua vita, esattamente, ha avuto questa intuizione geniale secondo cui i politici non contano un cazzo, e sono assoggettati a questa "entità".




LETTERA APERTA ALL’ONOREVOLE VELTRONI


A questo punto, se potessi scrivere una lettera all'onorevole Veltroni, sapendo che la prenderà in considerazione, ci sarebbero da fare queste altre domande:

1) Caro Veltroni, se se ne era accorto prima dell'esistenza di questa ENTITA', questo filo rosso che lega il delitto Moro con Ustica e Capaci, ma che lega in realtà tutte le stragi italiane, e insieme a lei se ne saranno accorti altri, come mai non avete mai detto queste cose prima?

2) Come mai avete lasciato che uomini dello Stato e delle istituzioni, politici, magistrati, poliziotti, carabinieri, agenti dei servizi segreti, giornalisti, avvocati, funzionari pubblici, semplici cittadini, fossero fatti morire di malori improvvisi, infarti, suicidi, impiccati, in incidenti, ecc., nella vostra indifferenza?

3) Se vi siete accorti da tempo che esiste un'entità al di sopra della politica e delle leggi, perché non ci spiegate cos'è quest'entità? Perché, vede onorevole, noi complottisti lo diciamo da tempo, ma a noi non crede quasi nessuno. Se magari lo spiega lei, la cosa avrebbe un'altra autorevolezza.

4) Lei è un politico, no? Come mai in campagna elettorale non avete mai accennato a queste vicende? Come mai in parlamento non discutete mai di questa Entità? Non le sembra assurdo discutere del crocifisso nelle aule, dell'opportunità di costruire o meno una moschea, e poi lasciare insoluto il problema delle migliaia di morti impiccati, in incidenti, in malori, che i "VOSTRI" servizi segreti si lasciano dietro da una vita? Lo sa onorevole, che una volta ho fatto un rapido conto e sono migliaia le vittime di suicidi in ginocchio, incidenti in auto e aerei, infarto, gente che si spara alla testa oppure al cuore come il carabiniere di Viterbo che è morto a Santa Barbara pochi giorni fa (suicidio ovviamente... e chi ne dubiterebbe)?

Se fossi stato alla trasmissione, onorevole, le avrei fatto una semplice domanda: Onorevole Veltroni... quando pensa che finirà questa scia di sangue che fa, da decenni, più morti di quanti ne fa la mafia? Quanti morti ancora farete?

Conclusioni

La realtà è comunque diversa da come sembra. L'onorevole Veltroni, probabilmente non ha detto questo per amore della verità, né la trasmissione di Santoro aveva il fine di "informare" e approfondire.

La trasmissione, probabilmente, è un attacco ai servizi segreti. Un attacco frontale che prelude ad una guerra prossima ventura.

E il discorso di Veltroni era probabilmente un messaggio.

Resta da capire a chi è destinato questo messaggio e perché è stato dato. Noi complottisti, infatti, non crediamo più alla buona volontà dei politici di far venire fuori la verità. Anzi, personalmente, considerando Veltroni una delle persone maggiormente implicate con questa Entità di cui egli stesso ha parlato, credo che questa trasmissione di Santoro abbia dei destinatari, e sia un messaggio ben preciso.

Forse, ipotizzo, un messaggio trasversale ad alcune persone dei servizi, per fargli sapere che hanno mal operato.

Forse una ritorsione della Cia perché a seguito del sequestro Abu Omar, nel processo, sono state condannate solo persone della Cia e nessuno del Sismi.

Forse altro, chissà...

Una cosa invece è sicura: nei prossimi mesi, assisteremo ad altri incidenti, suicidi, morti di infarto, impiccati in ginocchio. Questa volta però saranno uomini dei servizi, dei carabinieri, della polizia, a cadere, perché sono i servizi segreti stessi ad essere sotto attacco. La particolarità è inoltre che a cadere non saranno solo semplici agenti dei servizi, quelli che sono morti credendo comunque di fare un servizio per uno Stato che pensavano di servire; saranno probabilmente anche personaggi di spicco, vertici dei servizi che in qualcosa devono aver sbagliato per meritarsi un simile attacco frontale dalla trasmissione di Santoro.

In una guerra, che questa volta non è, come in passato, tra massonerie, tra mafie, né dell' ENTITA' contro lo Stato, ma dei servizi segreti contro altri settori dei servizi, o forse, della Cia contro i nostri servizi segreti.

Stralci delle dichiarazioni del memoriale Calcara

“…Una nobile Idea Madre…che racchiude al suo interno le cinque idee corrispondenti alle cinque entità…”. Le cinque entità a cui fa riferimento Calcara, sarebbero la già citata Cosa Nostra, la ‘Ndrangheta, e pezzi deviati di Istituzioni, Massoneria e Vaticano, quantificabili gli ultimi, in un dieci per cento dell’organico.
“Queste cinque Entità…”, prosegue il pentito, “… sono intimamente legate le une alle altre, come se fossero gli organi vitali di uno stesso corpo. Hanno gli stessi interessi. Prima di tutto, la loro sopravvivenza. E per sopravvivere e restare sempre potenti si aiutano l’una con l’altra usando qualsiasi mezzo, anche il più crudele… …Sono state e rappresentano tuttora una potenza economica incredibile, capace di condizionare in alcuni casi il potere politico italiano, anche quello rappresentato da persone pulite. Purtroppo si sono create delle situazioni tali che il potere politico italiano non può fare a meno di questi poteri occulti. Queste cinque Entità occulte si fondono soprattutto quando ci sono in gioco interessi finanziari ed economici condizionando così l’Italia a livello di politica e istituzioni…”

La porzione dei servizi deviati delle Istituzioni sarebbe radicata in tutto il territorio italiano e “…composta da uomini politici, servizi segreti, magistrati, giudici e sottufficiali dei carabinieri, polizia ed esercito. Le idee di Cosa Nostra e dei pezzi deviati delle Istituzioni sono da sempre collegate… Questa Entità ha in seno uomini di grandissima qualità, preparati, addestrati e pronti a causare danni enormi a chiunque. Questi uomini non sono secondi ai Soldati di Cosa Nostra e vengono chiamati Gladiatori.

Sono uomini riservatissimi e di grandissima importanza, in quanto hanno giurato di servire fedelmente lo Stato, ma in realtà il loro giuramento è assolutamente falso. Agli occhi dei loro colleghi puliti, che per fortuna sono in maggioranza, appaiono anche loro puliti e, con inganno, dimostrano lealtà verso le Istituzioni…Sono a tutti gli effetti uno Stato dentro lo Stato.”

La Massoneria viene definita “…anch'essa strettamente collegata all'Entità dei pezzi deviati delle Istituzioni… Questa Entità della Massoneria deviata, all'interno della Massoneria pulita, ha un grande potere ed enormi ricchezze e, per forza di cose, chi gestisce il potere in Italia deve venire a patti con la Massoneria…”

Tratto da www.comedonchisciotte.org
from
Paolo Franceschetti
Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com
Link: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2010/05/anno-zero-puntata-su-servizi-segreti-e.html
16.05.2010

....Giá! ...Giá!!...............sempre Vs. Lupogrigio

domenica 16 maggio 2010

L’Aspen Institute italiano ovvero il cuore del potere



Il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, non c’è settore che manchi all’appello : dalle Generali alla Fincantieri, da Confindustria alla Rai a Mediaset; da Pirelli alle Poste Italiane, dalla società Autostrade all’Enel, dalla Fiat alla IBM Italia, dalla Italtel alla Banca nazionale del lavoro, impossibile enumerare tutte le adesioni, visto che la Aspen accoglie indifferentemente persone fisiche e giuridiche, singoli pezzi grossi e società intere. E questo solo per rimanere nel bel paese, perché se appena facciamo capolino fuori dai nostri confini i nomi diventano pesantissimi, da Condy Rice al “filantropo” Soros, dalla Albright a Kissinger.

Ma che cosa è Aspen e chi sono, soprattutto che cosa vogliono fare gli “aspeniani” ? Non è una domanda oziosa perché, seppure con grande discrezione, l’Aspen Institute italiano è diventato negli ultimi tempi sede di dibattiti politico economici che, data la levatura dei personaggi che circolano lì dentro, rischiano di condizionare o quanto meno influenzare scelte e decisioni dello stesso esecutivo. Perché è membro Aspen anche Romano Prodi naturalmente, e perfino il presidente della Repubblica Napolitano, vecchio comunista. Ma allora che paura c’è ? - direte voi – se dentro ci sta tutta la destra e la sinistra che conta, tutt’al più tenteranno l’inciucio. Ipotesi legittima ripresa fra l’altro da “Panorama” nella sua pagina web con il titolo “ Grande coalizione ? Ci lavorano all’Aspen” e sotto una bella immagine di Enrico Letta che molti indicano come successore di Tremonti nella presidenza di Aspen Italia.

Il punto è che Aspen non è propriamente l’associazione delle dame di S. Vincenzo. Non fa beneficenza ed è lecito pensare che persone del calibro dei suoi membri non si riuniscano soltanto per scambiare quattro chiacchiere e prendere un the. C’è altro, ma è difficile penetrare la discreta cortina che protegge quel salotto buono dagli sguardi indiscreti.

Al tempo stesso non possiamo definirla una associazione segreta, e i suoi membri non sono incappucciati, tutt’altro : sono il massimo che si può pretendere dalla vipperia nazionale e internazionale, gente conosciutissima, fotografatissima e inseguita giorno e notte dalla stampa. E poi hanno addirittura un sito web da cui si può scaricare perfino lo statuto e approfondire identità, missione e metodo seguiti da Aspen Italia. E allora vediamo meglio :

Alla voce “indentità” si legge : “Aspen Institute Italia è una associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro dedicata alla discussione, all’approfondimento e allo scambio di conoscenze, informazioni, valori”. Insomma pare davvero una benemerita congregazione di supereroi che si affannano a migliorare questo mondaccio schifoso. Ma andiamo avanti e alla voce “missione” leggiamo : “la missione dell’Istituto è la internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del paese e la promozione del libero confronto fra culture diverse, allo scopo di identificare e valorizzare idee, valori, conoscenze ed interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della società e della business community, e invita a discuterne leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale, culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”. Come a dire venite qui e sentitevi liberi di esprimervi al di fuori dei condizionamenti politici e di parte, qui siamo tutti buoni e pensiamo soltanto a migliorare le cose. Ci verrebbe da chiederci come si può mettere tanta carne al fuoco e non buttarla poi in politica, ma lasciamo perdere per il momento, perché ciò che attira la nostra attenzione è il metodo utilizzato, e dichiarato a chiare note, dalla associazione : “ Il “metodo Aspen” privilegia il confronto e il dibattito “a porte chiuse” , favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e stimolare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole.

Ecco qui. Massima riservatezza, opportunità di stringere relazioni interpersonali e di tessere rapporti e colloqui capaci di ispirare ( o magari partorire direttamente) una leadership moderna e consapevole. A porte chiuse, naturalmente.

Il democratico che è in me sente puzza di bruciato e cerco a questo punto di capire come si diventa membri Aspen, e quali requisiti occorre soddisfare. Per facilitarmi il compito parto dalla categoria più facile, quella delle new entrioes, cioè i giovani. Alla Aspen li chiamano “Junior Fellows” e ne danno anche il dettagliato profilo : gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti “Aspen per la Nuova Leadership” nel 1999 e nel 2001, a cui sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004”. Come abbiano fatto questi fortunati ragazzi a partecipare a questi progetti non è mica spiegato, perché a questo punto è del tutto evidente che non stiamo parlando di corsi di formazione regionali aperti a tutti. Qui si costruisce la classe dirigente, diamine, mica si gioca.

Girovago un po’ per il web rimuginando l’idea – un po’ inquietante a dire la verità – di un network internazionale di giovani rampolli allevati fin da bambini con la pappa reale del potere. Scopro che è membro Aspen anche Mario Draghi, il nuovo capo della Banca d’Italia. E pure Lucia Annunziata – ricordiamo, ex presidente Rai voluto dalla sinistra a garanzia del pluralismo, che dirige addirittura il magazine “Aspenia”. E poi anche gli ex presidenti Cossiga e Ciampi, Paolo Mieli, Bruno Tabacci dell’UDC molto corteggiato dall’Unione, e chissà quanti altri. Essere membri Aspen a questo punto deve pur significare qualcosa di più che avere la semplice opportunità di dibattere ad alto livello. Pensate che il presidente mondiale della associazione (la cui sede naturalmente è negli USA) è Walter Isaacson, che per l’Aspen ha rinunciato nientemeno alla presidenza della CNN.

Diciamoci la verità, non è la massoneria ma le somiglia molto davvero. Non ci sono cappucci e spade posate sulla testa dei neoiscritti, ma la cortina di discrezione che circonda gli associati e le loro riunioni ad altissimo livello ci destano molta preoccupazione. Non siete convinti ? Bene, provate ad andare a questo indirizzo web :
http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari

E’ una pagina web del portale istituzionale del ministero della Difesa, dove si da notizia di un seminario congiunto fra il CASD ( Centro Alti Studi per la Difesa, l'organismo di studio di piu' alto livello nel campo della formazione dirigenziale del ministero medesimo), il CEMISS (Centro Militare di Studi Strategici), l’Aspen Italia appunto e – udite udite ! – il PNAC ( Project for the New American Century) l’associazione statunitense capeggiata dai più fanatici estremisti neoconservatori del calibro di Paul Wolfowitz (messo da qualche tempo a capo da Bush alla Banca Mondiale) e di Ronald Rumsfeld, attuale ministro della difesa statunitense e teorico della guerra preventiva, fra i principali responsabili del disastro umanitario, politico, economico e sociale dell’Irak a seguito della “liberazione” a opera Usa e degli altri “willings” (fra cui ahinoi anche l’Italia).

Chi non conosce il PNAC e le sue farneticanti teorie può cercare informazioni in rete. Chi lo conosce sa che al confronto il “piano di rinascita democratica” di Licio Gelli e della loggia P2 sembrano un banale gioco di ruolo per ragazzi. Venire al corrente che l’associazione Aspen (sulla cui trasparenza e apartiticità nutriamo già fortissimi dubbi) e addirittura il ministero della difesa italiano abbiano recentemente tenuto ( per la precisione l’11 marzo del 2005, a palazzo Salviati, ore 10) un convegno insieme ai teorici della americanizzazione (anche a mano armata) dell’intero globo terracqueo non ci rende per niente tranquilli. E sapere che dell’Aspen, una associazione elitaria che dibatte a porte chiuse, fanno parte le persone – di destra e di sinistra – che contano di più nella politica italiana ci rende ancora più inquieti. Anche considerato come proprio in questi giorni personaggi più che rappresentativi della sinistra al governo del paese parlano con troppa sicumera di tagli alle pensioni, alla sanità, al pubblico impiego e dimenticano il fisco. Che siano iscritti tutti all'Aspen ?

Ma a chi vogliamo affidare il nostro paese, e come realizzeremo mai il sogno comune di una maggiore democrazia diretta - per esempio con elezioni primarie aperte a tutti i cittadini - se tutta la crema della politica italiana, da destra a sinistra, gradisce dibattere spesso e volentieri a porte chiuse dei nostri destini ?

Preferisco fermarmi qui, è finita la carta per la stampante ma i links su Google per Aspen sembrano infiniti, quasi come quelli per la voce “massoneria”. Speriamo bene.

Stefano Olivieri
www.liblab.eu

Linkografia :

http://www.aspeninstitute.it

http://www.nwo.it/aspen_genna.html

http://fondazione.camera.it/attivita/824/850/868/880/second.asp

http://www.kelebekler.com/occ/vaticano3.htm

http://www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001037221

http://www.archivionucleare.com/index.php/2006/03/22/patto-energetico-aspen-institute-italia

http://www.mclink.it/com/inform/art/06n10214.htm

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/dettaglio-news.htm?DetailID=3108

http://stopimperialism.be/American_Enterprise_Institute.php

http://www.fisicamente.net/index-200.htm

http://www.criticalpoint.it/news.php?cod=679

tratto dal blog di: www.canisciolti.info

martedì 11 maggio 2010

La speculazione si é nuovamente beffata degli Europei



E ora gli speculatori hanno anche più di una ragione di esultare. Si sono gettati a comprare il debito pubblico greco con forti sconti (ossia con tassi d’interesse al 12%: erano stati declassati a «junk bonds» dalle note agenzie di rating); hanno attizzato i media perchè gridassero l’allarme sul debito sovrano e l’insolvenza greca. La BCE e gli Stati si sono precipitati a pagare il conto greco, ossia quello in mano agli speculatori. Hanno rifatto il gioco con Spagna e Portogallo, diffondendo le voci più catastrofiche su quelle finanze. BCE e Stati hanno messo in campo i 700 miliardi: ora gli speculatori hanno montagne di titoli di debito pubblico che hanno acquistato per un boccone di pane, e il cui rimborso è garantito, nientemeno, dall’Unione Europea.

Il “salvataggio europeo” ci regalerá almeno 20 anni di ulteriori sacrifici con l’aumento delle imposte e il taglio delle spese e dei consumi. Ciò comporterá problemi sociali così violenti che non faranno che aggravare la situazione iniziale: le finanze pubbliche saranno ancor più degradate, con l’aggiunta di una disoccupazione a due cifre.

Fino a quando le società sopporteranno, senza rivolte sociali, di essere le vittime dei banchieri? E quando finalmente le società degli schiavi si ribelleranno, saranno tuttalpiú i politici di turno a pagare in credibilità e legittimità, mica i banchieri. E i banchieri potranno dire, con apparente ancor più ragione: lasciate governare noi, visto che la democrazia non funziona.

Giá!!........ …..accade che la verità venga scritta, ma non sia letta; e se letta, non creduta; e se creduta, non presa in considerazione; e se presa in considerazione, non tanto da cambiare i comportamenti, da indurre ad agire “di conseguenza”.